Ritratto Jane Goodall

Il libro della speranza di Jane Goodall

Come ogni lunedì, ti do il benvenuto nel mio blog.

Oggi voglio parlarti di un libro che ho letto quest’estate e che per me ha rappresentato un vero punto di svolta.

Si tratta del “Libro della Speranza” di Jane Goodall, pubblicato in Italia da Bompiani nel 2022.

Ritratto Jane GoodallIn questo saggio, diviso in tre parti, si svolge una lunga e appassionata conversazione tra il giornalista americano Douglas Abrams e la famosa etologa Jane Goodall. Il tema? La speranza.

Il libro è stato scritto proprio nel periodo del Covid, in cui direi che parlare di speranza era forse la cosa più difficile e assurda da immaginare. E la domanda che chiunque abbia preso in mano questo libro prima di leggerlo si sarà posto è di sicuro: come può una scienziata parlare di Speranza in un momento come questo, così catastrofico per la nostra Terra? Come può un’etologa di 90 anni farsi ancora messaggera di speranza nel mondo in modo così realistico e concreto?

Chi pensa di trovare tra le parole stampate in questo volume una serie di ipotesi ottimistiche sul futuro, o di facilonerie pietistiche e a buon mercato, rimarrà deluso. Jane Goodall ha una visione estremamente lucida su ciò che sta succedendo al nostro pianeta:

“A volte penso, ‘Beh, ma perché spero ancora?’. I problemi del pianeta sono enormi. E se li analizzo con attenzione a volte sembrano davvero impossibili da risolvere. E allora, di nuovo, perché spero ancora?”.

La speranza, secondo la Goodall, non va confusa con l’ottimismo. Essa infatti: “non cancella le difficoltà e i pericoli che esistono, ma allo stesso tempo non si fa sconfiggere da questi. C’è tanta oscurità, ma sono le nostre azioni a riportare la luce”.

Quindi la Speranza è per sua stessa natura indissolubilmente legata all’azione e sono quattro le ragioni principali per sperare: l’incredibile intelletto umano, la resilienza della Natura, il potere dei giovani e l’indomito spirito umano.

1. L’incredibile intelletto umano

Il nostro intelletto è di certo responsabile per lo stato attuale delle cose, ha creato una sorta di errore nel processo evolutivo tale da mettere a repentaglio la nostra sopravvivenza e quella di ogni forma di vita presente sul pianeta. Nessun animale al mondo comprometterebbe l’esistenza stessa del proprio habitat mentre noi umani l’abbiamo fatto e continuiamo a farlo ogni giorno. Secondo la Goodall però:

“Un intelletto così intelligente da riuscire a creare armi nucleari e intelligenze artificiali è certo anche in grado di trovare modi per curare la ferita che abbiamo inflitto a questo povero vecchio pianeta. E infatti ora che ci stiamo rendendo sempre più conto di quello che abbiamo fatto, abbiamo iniziato a usare la creatività e l’ingegno per guarire il male che abbiamo curato”.

2. La resilienza della Natura

La Natura ha la capacità di rigenerarsi dopo la devastazione. Ne sono un esempio tre alberi speciali. Il primo, chiamato Survivor Tree, è un pero che fu ritrovato schiacciato tra le macerie dopo il crollo delle Torri Gemelle a Ground Zero e che fu salvato da un’operaia che lo aveva notato lì quasi morto. Gli altri due sono degli alberi di canfora (ricordate la meravigliosa scena del film Totoro in cui i protagonisti ringraziano un enorme albero di canfora per aver protetto la piccola Mei?) che sono l’unica forma di vita sopravvissuta alla devastazione provocata dall’esplosione della bomba atomica a Nagasaki. La Natura è resiliente e ha la potenza di rinascere dopo ogni forma di distruzione, ed è per questo che non dobbiamo mai cadere nello sconforto ma dobbiamo darci da fare per fornire il nostro contributo anche quando può sembrare inutile. Questo è uno degli incontrovertibili principi su cui la nostra Speranza deve basarsi:

“Dobbiamo trovare il modo per aiutare le persone a capire che ognuno di noi ha un ruolo da interpretare, per quanto piccolo. Ogni giorno la nostra vita ha un impatto sul pianeta. E l’effetto cumulativo di milioni di piccoli atti etici farà davvero la differenza. È questo il messaggio che porto in giro per il mondo”.

3. Il potere dei giovani

Una cosa che non sapevo di Jane Goodall riguarda il programma Roots & Shoots, letteralmente “Radici e Germogli”. Al momento ci sono 68 paesi che aderiscono a questo progetto (tra cui l’Italia) con centinaia di migliaia di membri, dai bambini dell’asilo fino agli universitari. L’idea è quella di insegnare ai bambini e i ragazzi a promuovere relazioni positive tra l’uomo, l’ambiente e gli animali, partecipare e contribuire a uno sviluppo globale eco-sostenibile e consapevole, orientato al lungo termine, basato sulla distribuzione equa delle risorse e su scelte eco-compatibili, tutelare e valorizzare le diversità biologiche e culturali. E funziona.

“Ciò che mi fa sperare è che ovunque vada trovo giovani pieni di energia che vogliono mostrarmi quello che hanno fatto e quello che stanno facendo per rendere il mondo migliore. Una volta che hanno capito quali sono i problemi, e se li incoraggiamo ad agire, quasi sempre hanno voglia di dare una mano. E la loro energia, il loro entusiasmo, la loro creatività non hanno limiti”.

4. L’indomito spirito umano

L’ultimo motivo per sperare, secondo la Goodall è la resilienza che sviluppano gli esseri umani quando si trovano ad affrontare difficoltà che sembrano insormontabili. Che siano guerre, abusi, disabilità fisiche, ci sono persone che sanno combattere per andare avanti e il loro esempio è contagioso perché ispira gli altri a mettersi in gioco.

“Una cosa veramente importante è aiutare gli altri a rendersi conto che hanno valore in quanto individui. Che ognuno ha un ruolo da sostenere. Che sono nati per una ragione”.

Ecco quindi le tre cose che possiamo fare per sostenere la Speranza in questo momento storico così catastrofico: riconoscere il problema, agire nel concreto compiendo piccoli atti rivoluzionari, condividere i nostri progetti e i nostri progressi con la nostra comunità.

Tu che ne pensi? Hai già letto questo libro? Quali sono le tue idee per contribuire, giorno per giorno, a costruire un mondo diverso? Ti aspetto nei commenti!

No Comments

Post a Comment