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Recensione del libro Il Giardino di Virginia Woolf

Buongiorno e bentrovati nel mio blog del lunedì.

Oggi vorrei parlarvi di un libro che mi sta molto a cuore, pubblicato come sempre da L’Ippocampo (che si può dire che al momento sia la mia casa editrice preferita…). Si tratta de Il Giardino di Virginia Woolf, scritto da Caroline Zoob e uscito nel 2014 con una prefazione di Cecil Woolf, nipote della scrittrice inglese.

Questo libro fotografico di grande formato, racconta la storia di un luogo che è diventato mitico per chi ama la letteratura, ovvero il giardino della Monk’s House, la casa nella quale Leonard e Virginia Woolf vissero, alternandola alla loro residenza londinese, dal 1919, anno in cui i coniugi la acquistarono, fino al 1941, quando la scrittrice si tolse la vita.

Il racconto molto dettagliato della storia di questa residenza e del suo giardino, si svolge in ordine cronologico e la voce narrante è quella di Caroline Zoob, che ha vissuto per 10 anni insieme al marito nella Monk’s House come affittuaria del National Trust, l’ente che possiede e gestisce la proprietà dal 1980. Per 10 anni quindi, questa donna si è occupata di curare il giardino, aprire la proprietà al pubblico e mantenere immutata l’identità del luogo giorno dopo giorno.

Dopo questa esperienza Caroline si è tuffata nei diari della Woolf e del marito Leonard e ha ricostruito la storia della casa e del giardino della Monk’s House con la stessa passione con cui ha personalmente gestito questi spazi per 10 anni. 

Quello che ne risulta è un affresco ben preciso di un luogo mistico e al contempo molto reale, di cui Virginia e Leonard si sono presi cura ognuno a suo modo e dove amavano trascorrere le ore alternando il lavoro di scrittura e ricerca a quello di potatura, innesti, semine, progetti architettonici e raccolta di frutti e ortaggi da rivendere al mercato locale o da trasformare i marmellate e composte.

Potrà sembrare strano di primo acchito, immaginare una geniale scrittrice come la Woolf intenta a fare il pane o a trasformare la frutta in marmellata o a mettere il miele dentro appositi vasetti. Giocare a bocce con gli amici che spesso venivano a trovarla, oppure soffrire tremendamente il freddo durante l’inverno, o risparmiare soldi per poter comprare una nuova statua o un nuovo vaso per una parte del giardino… queste sono cose che fanno gli umani e non i miti della letteratura, o no?

Lo spaccato di vita quotidiana offertoci dall’autrice, ci restituisce un’immagine di Virginia e Leonard più umana, e ci regala una condivisione più profonda con la figura di questa scrittrice che nel tempo libero amava rilegare a mano i suoi libri e progettare angoli del suo giardino insieme al marito.

Accompagnato da minuti acquarelli che illustrano le varie parti in cui il giardino era diviso, Il giardino di Virginia Woolf è accompagnato da stupende foto di Caroline Arber che ci mostrano i colori e gli accostamenti delle varietà di piante che Virginia e Leonard avevano scelto di coltivare.

Dalle zinnie alle rose, dai tulipani agli iris, dalla lavanda all’echinacea passando per i penstemon e i lupini, i colori del giardino di Monk’s House sono rigogliosi, selvaggi ma colpiscono per la loro coerenza di viola e rosa e bianchi mescolati tra loro come su una tavolozza. Alberi di mele e pere si alternavano alle magnolie e ai alburni, fornendo un panorama straordinario di quiete e abbondanza.

L’altro elemento che mi ha colpito è quello degli interni della Monk’s House caratterizzati dall’insolito colore verde delle pareti che pare fosse il preferito dalla Woolf che aveva voluto dipingere in questo modo sia la stanza del suo studio che il soggiorno e la cucina della casa. Da quando ho letto questo libro, per me esiste un nuovo colore: il verde Woolf.

Se avete voglia di immergervi in un viaggio che racconta la bellezza di questo luogo che è la Monk’s House, vi consiglio senz’altro di leggere Il giardino di Virginia Woolf, vi rimetterà in contatto con la vita privata della Woolf e con il suo rapporto con la Natura.

Spero che questo articolo possa avervi ispirato! Noi ci vediamo come sempre qui, nel blog del lunedì.

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