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La storia del rosso alizarino

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Buongiorno e bentornati nel mio blog!

Oggi, per la rubrica “Storia dei colori”, vi parlerò delle origini del rosso alizarino anche detto lacca di garanza.

Quando per la prima volta ho letto le parole “alizarine crimson” su uno dei miei godet di acquarello ho capito subito che avrei voluto conoscerne il significato e la storia!

Radici di robbia tintoria

La parola “alizarine” non è un aggettivo ma un nome e si riferisce all’alizarina che è una sostanza che si estrae dalle radici di una delle più antiche piante tintorie del nostro pianeta: la robbia o garanza.

Nonostante infatti la robbia sia una pianta di un verde tenero che fa dei fiori giallini, le sue radici sono rosse e se opportunamente schiacciate, pestate e setacciate, forniscono uno dei rossi più longevi della storia dell’arte e non solo.

Un’altra cosa molto interessante da sapere è che in inglese Robbia si traduce Madder, ed è una cosa che mi affascina molto visto che la radice di “madder” è “mad” che significa “matto” ma si dice anche “I’m going mad” per dire “mi sto arrabbiando”. C’è quindi una sottile analogia tra la rabbia e il rosso, che è sempre stato un simbolo di questo sentimento nella storia dell’umanità.

Vermeer utilizzava spesso la lacca di garanza nei suoi dipinti

L’alizarino è un rosso profondo che ha un sotto tono blu.

Già gli Egiziani, nel 1500 a.C. usavano il rosso alizarino per tingere le loro stoffe, stoffe che sono state ritrovate perfino nella tomba di Tutankhamon. Resti di rosso alizarino sono stati ritrovati anche tra le merci di un negozio nella città fossilizzata di Pompei. In India lo usavano per tingere le stoffe e nel Medioevo era considerata una tinta adatta alle celebrazioni nuziali.

Le radici della robbia venivano usate per creare una lacca, detta lacca di garanza, che ben presto finì per indicare tutti i colori appartenenti alla categoria del rosso scuro e che in pittura venne usata massicciamente da Vermeer.

Fino al 1879 il rosso alizarino veniva prodotto a mano, utilizzando le radici della pianta di Robbia e aveva un costo molto elevato. Poi lo scienziato William Henry Perkin fece una scoperta epocale e, dopo aver scoperto il color Malva, riuscì a sintetizzare nel suo laboratorio anche l’alizarina. Fu così che il color lacca di garanza si diffuse ulteriormente e iniziò ad essere prodotto artificialmente, senza più utilizzare le piante di Robia officinalis.

Una palette di colori basata sul rosso alizarino

Questo determinò, per quanto riguarda l’arte, una vera rivoluzione perché rese il colore rosso alizarino più stabile. Molti degli affreschi e dei dipinti precedenti a questa scoperta infatti, risultano sbiaditi per via dell’effetto del tempo che ha abbassato i toni del rosso fin quasi a farlo scomparire.

Il rosso alizarino caratterizza soprattutto i colori a olio e gli acrilici, ma anche nella versione più traslucida dell’acquarello si possono ottenere ottimi risultati e palette quantomeno interessanti.

Se volete appronfondire l’argomento, potete dare un’occhiata al video che ho preparato per il mio canale YouTube nel quale vi mostro come si fa una palette con il rosso alizarino. E se la storia dei colori vi affascina, vi consiglio di leggere il precedente articolo sul giallo di Napoli, un colore misterioso e antichissimo.

Noi ci ritroviamo qui, nel mio blog, come sempre lunedì prossimo.

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