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Ritrovare la lentezza in cinque semplici mosse

I-am-slow

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Aprile è arrivato e ci parla di lentezza.

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Da sempre sono un’ambasciatrice della lentezza anche se ciò non significa che io riesca sempre a rallentare i miei ritmi. Anzi.

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Spesso e volentieri riempio le mie giornate all’inverosimile e mi ritrovo a forzare i ritmi lavorando anche dieci ore di seguito per poi mangiare al volo schifezze precotte e infilare nei buchi tutto ciò che resta, dalla cura della casa al tempo dedicato a mia figlia, fino a stramazzare nel letto distrutta e con un gran mal di testa.

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Avete anche voi l’impressione di correre continuamente per cercare di far stare tutto quello che avete in programma in una giornata sola? Ecco. Siamo degli equilibristi alla ricerca dell’incastro perfetto e questo ci fa scordare che ogni cosa ha bisogno del suo tempo.

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Io, nel mio piccolo, credo che la lentezza non sia un disvalore e che vada preservata. Mi sono imposta di riservarle degli spazi all’interno della mia giornata in modo tale da fermarmi e prendere fiato, riconnettermi con me stessa, non perdere di vista la reale qualità del tempo e allontanare il senso di disagio che la fretta mi provoca inevitabilmente.

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Ma come fare? Ecco le cinque mosse che solitamente metto in atto durante la settimana per tirare il freno a mano e accogliere la lentezza.

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A-piedi

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1. Se puoi andarci a piedi, vacci a piedi.

Non so voi, ma nella città in cui vivo io a piedi non puoi fare praticamente niente. Questo ti porta inevitabilmente ad abituarti alla condizione di prendere la macchina anche per comprare un cartone di latte. La mia strategia di lentezza numero 1 quindi consiste nell’abbandonare la categoria mentale della “donna automobile” per riprendermi l’uso delle mie gambe. Se devo fare una qualunque commissione che è a portata di piedi, allora ci vado, a piedi. E quel tempo recuperato al mio corpo mi ritempra anche lo spirito perché significa accogliere gli stimoli che vengono dall’esterno, osservare il passare delle stagioni, percepire la presenza degli altri esseri umani, accorgersi di particolari che nemmeno vedresti altrimenti.

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2. Cucina qualcosa che ha bisogno di lievitare.

La tentazione di mangiare noodles precotti, panini che si scaldano al microonde et similia è davvero forte e io ci casco spessissimo. Per mia figlia cucino con grande attenzione, con prodotti a km zero di cui conosco la provenienza, dieta mediterranea variata, incastri con i menu scolastici che manco Jamie Oliver. Ma se devo preparare per me non ci metto più di due minuti due. Quindi mi sono presa l’impegno di preparare qualcosa che lievita. Qualcosa che ha bisogno di tempo per crescere almeno una volta a settimana. Questo mi aiuta a recuperare l’idea che la lentezza è necessaria ed è il valore aggiunto che rende gustose le cose della vita.

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3. Prenditi del tempo per fare qualcosa di manuale.

Ecco, su questo punto non posso proprio eccepire. Il mio lavoro è un lavoro manuale. Per produrre artigianato handmade devi fare le cose con le mani e ci vuole il tempo che ci vuole. Quello che vorrei aggiungere però, e che credo possa essere utile a tutti, indipendentemente dal lavoro che si svolge, è che le ore passate a fare qualcosa di manuale, che sia riempire un colouring book, o cucire un vestitino per le bambole, che sia scolpire il legno o dedicarsi alla pittura, ci ridanno respiro. La lentezza dei gesti ma soprattutto il focusing, l’atto di restare concentrati su qualcosa che si fa con le mani, ci svuota di tutte le tensioni accumulate e ci rimette in contatto con noi stessi.

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4. Semina e prenditi cura di una pianta.

Trucco numero 4. Fare giardinaggio. Anche se siete dei pollici neri. Maneggiare la terra, i vasi. Seminare. Aspettare che le piante crescano e poi prendersene cura. Questo sì che è un esercizio di lentezza. Inoltre la natura ha i suoi tempi e c’è poco da fare. Non avrete mai sul vostro balcone delle buganvillee d’inverno o dei ciclamini d’estate. Il tempo delle stagioni vi obbliga ad essere lenti e pazienti e vi riconnette con voi stessi.

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5. Scrivi 10 minuti al giorno e fallo con la penna.

Questo consiglio non è che l’abbia inventato io eh. Però trovo che sia vero come poche cose al mondo. Pensateci. Quanto incidono dieci minuti nell’economia della vostra giornata? Sono dieci minuti, suvvia. Basterà puntare la sveglia 10 minuti prima ed ecco che avrete ricavato un tempo fondamentale per recuperare il vostro contatto con la lentezza. Vi ricordate quand’è stata l’ultima volta che avete usato la penna? Vi ricordate la forma della vostra grafia?  Io certe volte la perdo completamente di vista. Ma questa pratica, quella di scrivere a ruota libera con la penna la qualunque vi passi nella testa per 10 minuti al giorno, è oltremodo salutare e vi preserva dal perdere il contatto con voi stessi.

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Spero che il mio post vi sia stato utile e se avete commenti o suggerimenti su come recuperare la lentezza nella vita di tutti i giorni, scrivetemi. Alla prossima!

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